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Profilo
Nome:
Manzano
Provincia:
Udine
Regione:
Friuli Venezia Giulia
CAP:
33044
Sede municipale:
Via Natisone, 34
Il Comune di Manzano si trova in provincia di Udine,
al centro di quello che viene definito il Triangolo della Sedia. Negli
ultimi anni oramai il Triangolo si è allargato e da poco, si parla
ufficialmente di Distretto della Sedia. Il Comune di Manzano ospita
ufficialmente la sede del Comitato del Distretto della Sedia, che si
trova al primo piano del palazzo municipale di Manzano. La sede
municipale del Comune di Manzano è stata rinnovata da pochi anni,
spostandosi dalla vecchia sede di Piazza Chiodi alla nuova e moderna di
via Natisone.
Storia
Manzano è una ridente cittadina posta sulle sponde
del fiume Natisone, circondata da colline che garantiscono lo sviluppo
di incredibili vigneti.
La prima presenza dell'uomo nel territorio manzanese
risale all'epoca romana, non essendoci testimonianze della stessa di
periodi antecedenti. L'origine romana sarebbe infatti l'origine del nome
Manzano, che si suppone possa provenire dal nome di un colono,
"Amantius".
A seguito della decadenza dell'impero romano, il
territorio fu oggetto dell'invasione da parte di Longobardi, Avari,
Schiavi, e dall'809 al 952, anche dei più terribili Ungheri,
costringendo la popolazione a ritirarsi in costruzioni fortificate
raccolte tra di loro. Il paese, rimasto abbandonato, assunse
caratteristiche di zona paludosa ed incolta, riscoprendosi produttivo
grazie all'insegnamento dei monaci Agostiniani, che si insediarono
nell''Abbazia di Rosazzo.
Verso il 1090, fu la volta di una famiglia tedesca,
che accompagnando il patriarca Voldarico, si installò a Manzano,
diventando padrona incontrastata ed abbandonando il nome originario,
assunsero quello del luogo appena conquistato. I Signori di Manzano,
spinti dal desiderio di espansione e di natura poco tranquilla,
parteggiarono sia per il Patriarca di Aquileia che per il Conte di
Gorizia, prendendo parte alle lotte tra le due parti.
Manzano conobbe in seguito anni terribili, sia quando
nel 1477 i turchi si resero protagonisti di feroci incursioni, che nel
1509 quando i soldati del Duca Ottone di Brunswich la incendiarono. |
LAbbazia di Rosazzo in
Comune di Manzano (Ud)
Secondo la leggenda venne fondata nel IX secolo da un eremita che
aveva costruito la prima cella. Da una frammentaria documentazione
sappiamo che il monastero venne abitato da monaci agostiniani, che
vennero poi sostituiti dai benedettini. Ufficialmente il monastero
venne fondato nel 1090 dal patriarca Ulrico I Eppenstein. Durante i secoli
labbazia accumulò molti beni, frutto delle frequenti e ricche
donazioni, fino a raggiungere il massimo splendore nel XIII
secolo. Il titolo abbaziale era divenuto una carica molto
importante, pari a quella del Vescovo per potenza e prestigio; i
suoi possedimenti erano protetti direttamente dalla Santa Sede.
Alle dipendenze dellabate esisteva un Ufficiale Laico che era
investito di piena giurisdizione nei possedimenti dellabbazia.
Una parte dellabbazia fu adibita a prigione. Rosazzo forniva
milizie allesercito patriarcale e il numero di armati crebbe nei
secoli a dimostrazione del parallelo aumento delle rendite e della
conseguente disponibilità economica. Venne seriamente danneggiata
dagli incendi del 1323 e del 1344, ma i danni furono prontamente
riparati. Nei secoli successivi
labbazia fu fortificata per prevenire gli attacchi di tutti
coloro (ed erano molti) che volevano il suo possesso fra cui
ricordiamo Cividale, Udine, i Conti di Gorizia e il Duca
dAustria. Non si contano gli intrighi, gli intrallazzi, i
maneggi, i tradimenti, i cavilli giuridici che contornano gli
assedi e i colpi di mano. Si registrano anche episodi piuttosto
feroci: ricordiamo lassedio degli Ungari al comando di un
generale tedesco, i quali tagliarono la mano destra agli assediati
sconfitti. Nemmeno la conquista veneta mutò questa situazione. Fra
coloro che tentarono di mettere le mani su Rosazzo si annoverano
personaggi di ogni specie come avventurieri locali e stranieri,
vescovi e cardinali, capitani di ventura e signorotti vari del
Friuli e del Carso. Il 10 dicembre 1508,
durante la guerra seguita alla Lega di Cambrai, le truppe
imperiali, francesi e papali si scagliarono sullabbazia, ormai
definitivamente trasformata in fortezza e presidiata dalle truppe
veneziane. La fortezza non resse lurto e venne completamente
bruciata, la guarnigione massacrata (i benedettini avevano
lasciato il monastero da un secolo, precisamente dal 1423). Per
interessamento del papa Clemente VII, ma soprattutto di Gian
Matteo Giberti vescovo di Verona e abate commendatario, labbazia
fu restaurata. I lavori terminarono nel 1533. La storia successiva non
ha notizie di rilievo, in ambito civile; ecclesiasticamente, dopo
la soppressione, nel 1751, del Patriarcato di Aquileia, labbazia
fu assegnata in commenda perpetua agli arcivescovi di Udine e
Gorizia; per la rinuncia di questultimo, allarcivescovo di Udine
restò il beneficio con il titolo di abate e marchese di Rosazzo.
Nel 1823 un edificio dellabbazia fu adattato a residenza estiva
degli Arcivescovi. Attualmente è in custodia a un Vicario. Nulla
si sa degli edifici monastici antichi. Oggi ci rimangono lo
splendido chiostro cinquecentesco, la torre (forse lunica
superstite di altre), la Chiesa di San Pietro che nella forma
attuale è in parte dovuta allarchitetto cividalese Venceslao
Bojani (che usò parecchio materiale degli edifici precedenti) e il
monastero che fu ristrutturato nellOttocento. In loco esiste lazienda
agricola Abbazia di Rosazzo che produce una serie di splendidi
vini Doc. Il vino del Monastero ha sempre goduto molta
notorietà; la lista delle vivande servite il 6 giugno 1409 dal
Comune di Cividale in onore di Papa Gregorio II comprendeva, tra
gli altri vini, la Ribolla dellAbbazia.
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